Un Nuovo Patto Per L’Educazione: Giovani E Adulti In Cammino
Lucca, 15/11/2021
Si è svolto la sera di martedì 15 novembre il nuovo incontro organizzato dal Centro di Cultura di Lucca, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Lucca, l’Azione Cattolica di Lucca, e il gruppo delle Scuole Cattoliche di Lucca.
La conferenza, dal titolo “Un nuovo patto per l’educazione: giovani e adulti in cammino” è stata guidata dal professor Domenico Simeone, preside della facoltà di scienze della formazione e professore ordinario di pedagogia generale e sociale dell’Università Cattolica di Milano.
Durante l’introduzione, Gemma Giannini, presidente del centro, ha fatto presente l’importanza di un tema così attuale, per insegnanti, genitori, educatori ma anche, e soprattutto, per tutta quella parte di comunità non direttamente coinvolta.
Si fa riferimento a un patto educativo, un patto tra la vecchia e la nuova generazione, un processo di cambiamento da mettere in moto coinvolgendo prima di tutto i giovani stessi.
Il fine ultimo di questo patto è quello di creare un tessuto sociale che porti ad una crescita armonica di tutta la società: si è parlato quindi del concetto di villaggio educante, citato da Papa Francesco già nel 2019, un ambiente fertile in cui nessuno è escluso: in questa idea di comunità collaborativa siamo tutti partecipi, in attività propositive e di supporto reciproco e la realtà centrale, da custodire, deve sempre essere la persona. Un cammino condiviso, un impegnarsi insieme nel creare e affrontare sentieri nuovi, nella sempre più viva consapevolezza della rilevanza di questo processo.
Molti gli spunti emersi dalla serata, che si è concentrata su due parole chiave: dono e desiderio.
Gli educatori devono riconoscersi nella dimensione del senso di gratitudine, nella consapevolezza di essere stati loro stessi destinatari di educazione nella sua dimensione positiva. E questo deve poi riversarsi nella proposta di un metodo educativo che non pretenda, ma che lasci la libertà all’altro di essere libero a sua volta.
L’educazione è il dono più grande che si possa dare e ricevere: attraverso questo strumento si può far sì che le nuove generazioni creino e custodiscano legami. Esistono diverse forme di dono, questo è uno di quelli che nutre e libera, in una relazione prettamente generativa.
E poi, connesso, c’è il desiderio. Un desiderio che può diventare elemento di realtà, e non di rinuncia.
Un desiderio che deve portare ad una crescita, libera, verso ciò che è voluto e non verso ciò che altri per noi decidono essere dovuto. Una navigazione, nel mare della vita, con gli occhi rivolti all’insù. Il desiderio è soggettivo, guarda alla persona, invita ad una relazione, suscita attesa ma anche la spinta per raggiungere l’obiettivo, senza essere schiacciati da risposte prefissate. Invita a non aver paura del rischio, e della sua assunzione. La nostra vita non può ridursi ai soli bisogni. Gli adulti devono ascoltare i giovani: la vita può essere piena, bella, viva. Attuale.
Educare al desiderio, educare il desiderio, recuperare il desiderio, queste le tre dimensioni interconnesse. Educare al desiderio, al mettere in gioco i propri desideri, educare il desiderio perchè possa realizzarsi il frutto del dono intergenerazionale di cui sopra, recuperare il desiderio, senza darsi aprioristicamente per sconfitti.
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